venerdì 10 febbraio 2023

Consiglio di lettura per il Giorno del Ricordo

Nel 1945, quando suo padre scompare, inghiottito nelle spaventose voragini carsiche, Egea è solo una bambina. Ancora non sa che a breve inizierà la sua vita di esule, che la costringerà a lasciare la sua terra e ad affrontare un futuro incerto, prima in Sardegna, poi a Bolzano, accudita da una zia che l'amerà come una figlia. La geografia del cuore di Egea Haffner avrà però sempre i colori, gli odori e i suoni di Pola, la sua città. Ed è una geografia che custodisce la sua storia personale, ma è anche parte della nostra vicenda nazionale: nella sua memoria si riflette il dramma di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Il suo racconto tiene accesa la luce della memoria e si fa simbolo della storia di chiunque ancora oggi sia costretto a lasciare la propria casa.

venerdì 3 febbraio 2023

Edward Snowden: storia di un hacker che ha scelto la verità

Edward Snowden nasce ad Elizabeth City nello stato del Maryland il 21 giugno 1983.

Sua madre si occupa delle pensioni degli  agenti segreti, suo padre è guardia costiera.

I loro vicini di casa lavorano, quasi tutti, per il governo: per Edward è normale giocare con i figli degli agenti dell'FBI o della CIA.

La sua passione, già da bambino è l'informatica. Crescendo, nel 2001, visto gli scarsi risultati a scuola, prova ad arruolarsi nell'esercito, ma durante l'addestramento si rompe entrambe le gambe e per questo viene congedato. Durante la convalescenza scopre il magico mondo di Internet, ai suoi esordi e ne diventa esperto conoscitore. Nella rete, in una delle prime chat di appuntamenti, conosce anche Lindsay Mills, sua futura moglie.

Dopo l'attentato alle Torri Gemelle (11.09.2001), il governo americano rivoluziona il mondo dello spionaggio: si è mette ad arruolare smanettoni e nerd, per passare dalla sorveglianza mirata dei singoli sospettati alla sorveglianza di massa di intere popolazioni.

Così dopo un colloquio e tre esami alla macchina della verità, Snowden, a ventidue anni si ritrova ad essere una cyberspia.

Lavora in incognito a Ginevra, in Giappone e in tanti altri luoghi, alla fine viene assegnato a un ufficio segreto alle Hawaii, chiamato il "Tunnel".

Snowden nel 2009 si accorge che il governo americano "ruba" i dati personali di cittadini di tutto il mondo per controllarli, così inizia a sua volta a rubare le prove di questa violazione della privacy, conservandole in una chiavetta che nasconde dentro il suo inseparabile e insospettabile cubo di Rubik. Nel 2013 Edward intende rivelare alla stampa la sua scoperta, scappa dagli Stati Uniti ed arriva ad Hong Kong. Il governo del suo paese lo trova: Edward chiede asilo politico in Russia, dove risiede tuttora e continua a battersi affinchè la privacy sia un diritto fondamentale di ogni essere umano.

"Dobbiamo opporci al fatto che le informazioni sui nostri gusti, sulla nostra salute, sui nostri movimenti finanziari, sulla nostra istruzione, lavoro, etnia, religione, orientamento sessuale e perfino sui nostri dati genetici come le impronte digitali e la scansione dell'iride vengano usate per identificarci, perchè il passo successivo sarà quello di utilizzarle per manipolarci [...] E' venuto il momento di decidere che siamo noi a possedere la tecnologia e che non deve essere lei a possedere noi".

Alessio Minuzzo IIIBL

mercoledì 25 gennaio 2023

27 gennaio: Giornata della Memoria

 dedicata ai Bambini di Terezín

di Martina Cioce

di Giacomo Battistutta

di Lorenzo Flaborea

di Alessandro Bozzetto

di Carlotta Calcinotto

di Andrea Camerotto

di Nicola Burin

di Regragrui Sofia

di Alessandra Scarabello

di Zoe Leo

di Valentina Scarabello

di Giulia Aurora Macario

di Diana Pianura

di Maila Bonini

di Achille Olah

di Melanie Bincoletto

di Andrea Moro

di Alessandro Rumiato

di Liam Piazza

di Tommaso Savian

di Giulia Bertin

di Daniel Boroleanu

di Matteo Fiorentino

di Simone Doretto

di Federico Ongaro

di Tommaso Casula

di Alessio Minuzzo

di Davide Savian

di Giulia Zanon

di Tommaso Moro

di Sebastiano Xausa

di AdrianoWojtaszek 

di Vanessa Donè

di Agnese Vio

di Matteo Barbetta

di Klea Ahmetaj

domenica 22 gennaio 2023

Thomas Sankara: "la rivoluzione è la felicità"

Yako, 21 dicembre 1949 – Ouagadougou, 15 ottobre 1987

Thomas Sankara è nato ad Alto Volta (un'ex colonia francese dell'Africa Occidentale),  il 21 Dicembre 1949.

Dopo il diploma, i suoi genitori, a causa della loro povertà,  gli consigliarono la carriera ecclesiastica: Thomas voleva studiare medicina, ma alla fine scelse la carriera militare. Ebbe così modo di viaggiare e di continuare a studiare.

Nel 1974 lui impiegò le sue truppe per scavare pozzi e aiutare i contadini della sua terra, a piantare il sorgo e il miglio per contrastare la carestia che li aveva colpiti.

Il presidente Saye Zerbo, capendo la simpatia che il popolo aveva per Thomas, lo nominò Segretario di Stato per l’Informazione con l’incarico di lottare contro la corruzione. Thomas fu così implacabile  nel denunciare le ruberie dei suoi colleghi e dello stesso Zerbo, che questo fu costretto a dimettersi. Accadde la stessa cosa con il successore di Saye Zerbo, Jean-Baptiste Ouédraogo: questa volta Sankara, divenuto Primo Ministro, fu addirittura messo agli arresti domiciliari per avere denunciato la corruzione del presidente. Il popolo burkinabé, attraverso manifestazioni e proteste di piazza, ne ottenne la liberazione.

A questo punto la sua strada verso il potere era completamente spianata. Insieme a Blaise Compaoré e altri giovani ufficiali, Thomas salì al governo del paese senza spargimenti di sangue, insediandosi come presidente la notte del 4 Agosto 1983.

In quattro  anni di governo Thomas cambiò la bandiera, l’inno nazionale, il nome della nazione in Burkina Faso (che significa "terra degli uomini integri") e tentò di far "rinascere" la sua nazione.  Garantì al suo popolo l'istruzione, l'assistenza medica, cibo, acqua potabile, dimezzò le tasse e piantò oltre dieci milioni di alberi (per arrestare l'avanzata del deserto). Ebbe inoltre un ruolo fondamentale nell'emancipazione femminile, proibendo barbare usanze millenarie come la mutilazione degli organi genitali femminili e anche la poligamia.

Thomas morì nel 1987 assassinato dal suo migliore amico e collaboratore Blaise Compaoré, che subito dopo salì al potere e cercò di cancellare tutte le riforme di Sankara. 

Ma il 31 Ottobre 2014, i semi hanno finalmente germogliato e un’incontenibile rivolta popolare ha costretto Blaise a scappare in Costa d'Avorio. Le migliaia di giovani che affollavano le strade portavano manifesti e cartelli inneggianti a Sankara, divenuto il simbolo  della speranza in una nuova rivoluzione.

Daniel Boroleanu IIIBL

domenica 15 gennaio 2023

Joyce Salvadori Lussu: la partigiana armata di poesia

Firenze, 8 maggio 1912 – Roma, 4 novembre 1998

Joyce Salvadori Lussu nacque nel 1912 a Firenze e crebbe in una famiglia antifascista.

Alla base della sua educazione ci fu sempre la libertà di pensiero e di parola. Tanto che  a nove anni, in pieno regime fascista, mentre andava a scuola, scrisse su un muro, con un pezzo di carbone, “ABBASSO IL FASCISMO. ABBASSO MUSSOLINI. VIVA LA REPUBBLICA”. Questo gesto le costò alcuni schiaffi da una camicia nera: lei non si pentì mai di quel  suo atto di ribellione al totalitarismo fascista.

Suo padre, Guglielmo Salvadori, che era docente di Filosofia all'Università (prima a Pisa poi a Roma) scrisse dei coraggiosi articoli antifascisti che vennero pubblicati da due giornali inglesi il "New Statesman" e "The Westminster Gazette". Una marchesa inglese, ammiratrice del regime, si affrettò a tradurli e a mandarli ad alcuni suoi amici fascisti in Italia.

Tutta la famiglia dovette così fuggire in Svizzera e viaggiare in ogni dove per scampare al fascismo.

A Ginevra, in una staffetta partigiana, conobbe quello che nel 1944 sarebbe diventato suo marito: Emilio Lussu, famoso scrittore sardo antifascista, scappato dall'Italia e ricercato dalla polizia segreta fascista, l'OVRA.

Nella sua vita Joyce fu dunque partigiana, ma anche insegnante, attivista femminista, scrittrice, poetessa e traduttrice, in quanto questo continuo viaggiare per salvarsi dal fascismo la portò in molti luoghi, di cui imparò le lingue. Tradusse alcuni dei grandi poeti e personaggi storici del Novecento, tra cui Fidel Castro, Nelson Mandela, Nazim Hikmet.

Alla fine della guerra, per il suo coraggio, venne insignita della Medaglia d'argento al valor militare, poiché fu anche capitano delle brigate Giustizia e Libertà.

Joyce ha scritto molte poesie e molti libri, ma il suo componimento  più famoso  è “C’è un paio di scarpette rosse", composto in seguito a una visita al lager di Buchenwald e Auschwitz.

"C'è un paio di scarpette rosse

numero ventiquattro

quasi nuove:

sulla suola interna si vede

ancora la marca di fabbrica

Schulze Monaco

c'è un paio di scarpette rosse

in cima a un mucchio

di scarpette infantili

a Buchenwald

più in là c'è un mucchio di riccioli biondi

di ciocche nere e castane

a Buchenwald

servivano a far coperte per i soldati

non si sprecava nulla

e i bimbi li spogliavano e li radevano

prima di spingerli nelle camere a gas

c'è un paio di scarpette rosse

di scarpette rosse per la domenica

a Buchenwald

erano di un bimbo di tre anni

forse di tre anni e mezzo

chissà di che colore erano gli occhi

bruciati nei forni

ma il suo pianto

lo possiamo immaginare

si sa come piangono i bambini

anche i suoi piedini

li possiamo immaginare

scarpa numero ventiquattro

per l'eternità

perché i piedini dei bambini morti

non crescono

c'è un paio di scarpette rosse

a Buchenwald

quasi nuove

perché i piedini dei bambini morti

non consumano le suole"

Nel film capolavoro Schindler's List, Steven Spielberg ha reso omaggio a questa poesia poesia di Joyce Salvadori Lussu: il film è tutto in bianco e nero, tranne il particolare di una bambina che porta un cappotto e un paio di scarpette rosse.

Melanie Bincoletto IIIBL

martedì 10 gennaio 2023

OPEN DAY: 12 gennaio a San Stino di Livenza, 13 gennaio a La Salute di Livenza

Le presentazioni della nostre Scuole Secondarie di Primo Grado, ai genitori delle classi quinte delle Scuole Primarie del territorio, avranno luogo nelle seguenti date:

Giovedì 12 gennaio ore 17:00-18:00 - presentazione della Scuola Secondaria di I grado "G. TONIOLO" di San Stino di Livenza

Venerdì 13 gennaio ore 17:30-18:30 - presentazione della Scuola Secondaria di I di primo grado "A. FOGAZZARO" di La Salute di Livenza



Dal 6 al 10 marzo si terrà la "Settimana della Continuità"

Le classi 5^ dei plessi di Biverone, Corbolone e San Stino di Livenza si recheranno presso la scuola "G. Toniolo", dove verranno accolte dagli alunni delle classi Prime per una mattinata in cui diventeranno, a tutti gli effetti, alunni della Scuola Secondaria.

La classe 5^ del plesso di La Salute di Livenza si recherà presso la scuola "A. Fogazzaro", dove insieme agli alunni delle classi Prime, realizzerà la segnaletica e il regolamento del neonato "Parco dei tremila sorrisi", ubicato nelle vicinanze del plesso.

venerdì 16 dicembre 2022

Domenica 18 dicembre: Natale in Piazza a La Salute di Livenza

 

Domenica 18 dicembre, dalle 10.00 fino al tramonto,

vi aspettiamo in piazza a La Salute di Livenza 

con il Mercatino di Natale delle Scuole.

Potrete trovare tante originali idee-regalo fatte a mano da noi,

dolci e leccornie degli stand delle Associazioni Macchia Verde e Peter Pan,

letture, musica e molto altro ancora.

Non potete assolutamente perdervi l'esibizione natalizia del coro della Fogazzaro alle 11.30!

A domenica!

lunedì 5 dicembre 2022

Il furto della collana di Margaret Davies


New York 2014, ore 23.30.

Stavo seduto sulla mia poltrona rossa davanti al caminetto, quando il telefono squillò. Alzai la cornetta (sì, noi investigatori abbiamo anche un telefono fisso, capite, per fare più scena) e risposi:

“Pronto? Sono il signor Fox, investigatore privato”

“Buonasera, signor Fox, sono Margaret Davies” mi salutò una voce debole, ma amichevole:

“Scusi l’orario, ma volevo contattarla per un furto. Vede, ieri sera era il compleanno di mio figlio, e quindi l’abbiamo festeggiato nella mia villa. Questa mattina mi sono svegliata e non ho più trovato la mia preziosa collana con diamanti, rubini, smeraldi e zaffiri.”

“Doveva valere una fortuna!” la interruppi.

“Ovviamente, ma per me non aveva solo un valore oggettivo, ma anche affettivo: me l’aveva regalata mio marito Jonathan, deceduto otto anni fa”.

“Quindi vorrebbe che io la ritrovassi?”

“Certo, se per lei va bene”.

“Raduni tutti gli ospiti che c’erano ieri sera: sto arrivando.” Abbassai la cornetta, mi misi un giubbotto e partii.

Arrivato davanti al cancello suonai il campanello. Al citofono mi rispose la stessa signora che mi aveva telefonato: “Chi è?”

“Sono il signor Fox”

“Entri pure”.

Il cancello si aprì. Una stretta stradina conduceva ad un'enorme villa che sorgeva su una collinetta.

Percorsa la stradina, bussai alla porta della villa. Mi accolse una vecchietta che dimostrava circa novant’anni. Indossava una vestaglia a fiori, portava occhiali tondi e aveva capelli grigi raccolti con buffi bigodini rosa.

“La signora Davies, presumo” dissi appena entrai in casa.

“Certo” rispose lei.

Mi tolsi il capotto, mentre la signora Davies mi accompagnava in cucina. Attorno al tavolo, vidi una decina di persone agitate che parlavano tra di loro. Pensai fossero i parenti e gli amici invitati alla festa: c’erano i due figli di Margaret con le loro mogli, i nipoti, la sorella, alcuni amici e la donna delle pulizie.

Li interrogai uno per uno, riuscendo a ricostruire gli avvenimenti della sera precedente: avevano mangiato, ballato e, verso mezzanotte, gli ospiti avevano iniziato a tornare alle proprie abitazioni.

Tutti si incolpavano a vicenda, ma molti sospettavano di David, il nipote della signora Davies. La stessa Margaret dubitava del nipote, visto che quella mattina si era comprato una nuova Ferrari, ma David aveva un alibi di ferro: era a Dubai per lavoro da qualche settimana.

Dopo di che andai ad ispezionare la camera da letto della signora Davies, visto che era  proprio lì che custodiva la sua collana. Trovai, per terra, uno straccio e lo mostrai alla signora Davies. Mi disse che apparteneva a Samantha, la donna delle pulizie e che, probabilmente, le era caduto mentre puliva la stanza. Cercai meglio e trovai un capello lungo e castano sul piedistallo su cui era custodita la collana. Pensai appartenesse al ladro e, per questo, lo feci analizzare da un amico che lavorava nella scientifica. Dopo circa venti minuti arrivò un riscontro: apparteneva ad una certa Kate Sullivan. Chiesi a Margaret se conosceva qualcuno con quel nome e lei, stupita, disse che era la moglie di suo figlio (cinquantenne). Stavo per uscire, quando sentii un gradevole, ma insolito profumo nell’aria. Non avevo mai sentito quello specifico profumo, ma riuscii a capire che apparteneva ad una linea di profumi, Nature&Co, che vendeva mia sorella Sarah.

Salutai la signora Davies e mi diressi verso casa mia.

Il giorno dopo andai a casa di Kate per farle alcune domande.

Bussai alla porta e mi aprì una ragazza di circa sedici anni, con i capelli biondi ed un vestito azzurro. Le mostrai il mio distintivo e le dissi che volevo parlare con Kate Sullivan.

Lei mi fece accomodare e chiamò sua madre, una signora di circa quarant’anni con i capelli castani e gli occhi verdi, che indossava maglietta e pantaloni grigi.

Mentre l’aspettavo sentii nell’aria lo stesso profumo che mi aveva incuriosito a casa della signora Davies.

Parlando con Kate, capii che era molto affascinata dalla collana, ma, appena le dissi del capello, scattò subito sulla difensiva. Molto sospetto, ma non avevo tante prove. Perciò, deluso ma motivato, tornai a casa mia e pensai, pensai e pensai, ma senza risultati. Il giorno dopo tornai a casa Davies, sulla scena del crimine. Riflettei sulle prove trovate: un capello, il profumo e, anche se non importante, lo straccio. Tutte riconducevano a Kate. Mancava solo un pezzo del puzzle: in che modo avrebbe potuto rubare la collana? Era stata sempre insieme al marito la sera della festa.

Così si creò un'idea dentro la mia testa, corsi subito nella camera di Margaret, e lì trovai la donna delle pulizie intenta a cancellare le prove! Restai a bocca aperta; questo era uno dei più gravi reati nel mondo del crimine: occultare le prove ostacolando le indagini! La bloccai subito e la arrestai.

Interrogandola, crollò rivelando tutto: era molto invidiosa di quella collana e quindi, la sera della festa, la rubò.

Venne messa in prigione e, il giorno dopo, venne ritrovata la collana.

La signora Davies mi ringraziò moltissimo, ma io le dissi che non era stata un’impresa difficile.

Tornai a casa e continuai quello che avevo lasciato a metà: accesi il caminetto, mi sedetti sulla mia poltrona rossa, aprii il mio libro e cominciai a leggere.

Tommaso Vio IIBL

martedì 22 novembre 2022

Perché la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne si celebra il 25 novembre?



La giornata internazionale contro la violenza sulle donne è stata istituita dall'Onu nel 1999, in ricordo delle tre sorelle Mirabal, deportate, violentate e uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana durante la crudele dittatura di Raphael Trujillo.

Le sorelle Mirabal erano quattro: Minerva, Patria, Maria Teresa e Dedé. La gente le chiamava "Las Mariposas", "Le Farfalle".

Tre di loro Minerva, Maria Teresa e Patria  vennero uccise in quel lontano 25 novembre per le loro idee politiche e perché reputavano un dovere l'esporsi per sostenerle. Vennero uccise perché la loro sfrontata femminilità, il loro modo di essere donne irritava il regime.

I loro cadaveri furono messi in macchina per simulare un incidente al quale però nessuno credette. Nonostante la censura imposta dal regime di Trujillo, fu subito chiaro che le sorelle Mirabal erano state uccise e molte coscienze si scossero.

Il coraggio delle sorelle Mirabal fu di grande ispirazione per i domenicani e diede loro la forza di opporsi alla dittatura. Alla fine Trujillo fu abbattuto.

Sull'obelisco alto più di quaranta metri che Trujillo aveva fatto erigere, a Santo Domingo, per celebrare il suo potere, oggi c'è un murale che celebra le sorelle Mirabal, le quattro farfalle che sfidarono un tiranno.

Patria (27 febbraio 1924 - 25 novembre 1960)

Minerva (12 marzo 1926 - 25 novembre 1960)

Maria Teresa (15 ottobre 1935 - 25 novembre 1960)

Dedé (1 marzo 1925 - 1 febbraio 2014)