martedì 3 marzo 2020

Gabriele D'Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, I marzo 1938)


La vita di questo scrittore è un susseguirsi di colpi di scena e di scandali, spesso alimentati dallo stesso D'Annunzio per celebrare la propria fama e per aderire all'ideale di superuomo. Il suo rapporto con Mussolini è singolare e contraddittorio: se da un lato lo scrittore è vicino al fascismo e alla sua ideologia, dall'altro non vi aderisce mai completamente. D'Annunzio pubblicizza anche i suoi amori e le sue spese folli in seguito alle quali, è costretto, nel 1910, a rifugiarsi in Francia per sfuggire ai creditori. Nel 1915 conduce un'intensa campagna interventista a favore dell'entrata in guerra dell'Italia. Nel corso della guerra, cui partecipa come volontario, si lancia in imprese spericolate, come quando a bordo di una aeroplano sorvola Vienna nel 1918 per far cadere sulla città dei volantini tricolori in segno di provocazione. Nel 1919, dopo la fine della guerra, organizza una spedizione di volontari per occupare la città di Fiume, che le potenze Alleate vincitrici non avevano assegnato all'Italia ma alla Jugoslavia. La missione riesce, ma il governo italiano gli intima di abbandonare la città e tornare in patria. Costretto a rinunciare all'impresa, D'Annunzio si ritira nella sua villa sul Garda, detta poi il Vittoriale degli Italiani.



La poetica
Vita e arte sono profondamente collegate in D'Annunzio. Come la sua esistenza, anche le sue opere sono ispirate:
-alla ricerca della bellezza (estetismo) attraverso la scelta di parole raffinate, l'uso di uno stile ricercato e la descrizione di ambienti eleganti e aristocratici;
-all'ideale del superuomo, con la creazione dei personaggi che appaiono superiori alla massa, per nobiltà, sensibilità, audacia;
-al sensualismo, inteso come attenzione ai sensi e a tutto ciò che può suscitare sensazioni di piacere, sia fisico che spirituale.

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