lunedì 31 maggio 2021

2 Giugno 2021: festa della Repubblica e celebrazione delle nostre radici


Mercoledì 2 giugno, alle ore 10:00, in occasione della Festa della Repubblica ci sarà l'inaugurazione del dipinto realizzato sul muro della delegazione comunale di La Salute di Livenza, dedicato agli scariolanti, cioè ai ‎braccianti che trasportavano la terra per mezzo di carriole durante i lavori di bonifica.

Durante l'inaugurazione verrà letto un adattamento di "Storia de Nane", opera del nostro poeta Romano Pascutto; ad interpretarla saranno Claudio Valese e Steve Ongaro, dell'Associazione Macchia Verde, accompagnati dalla musica di Marco Ridolfo. 

giovedì 22 aprile 2021

In nome della Libertà: Isetto Buoso e Bruno Salvadori

Isetto Buoso fu trucidato per non aver 
detto i nomi dei compagni.

Oltre a Franco Zanon, Isiglò Selci, Bruno Tamanini, vanno aggiunti altri due partigiani, del battaglione "Peruch", alla lista dei caduti: Isetto Buoso (nato il 6.11.1915) e Bruno Salvadori (nato il 7.8.1919).

Vennero catturati a La Salute il pomeriggio del 25 aprile 1945, portati al comando tedesco presso l'amministrazione Romiati dove, nella notte tra il 25 e il 26 aprile, furono interrogati affinché rivelassero i nascondigli dei loro compagni. Al loro rifiuto di collaborare furono pestati a sangue, gli vennero strappate le unghie delle mani e dei piedi, furono infilzati con dei ferri roventi e gettati in un canale.

I loro corpi furono ripescati alcuni giorni dopo.

La ragione di tanta ferocia e accanimento da parte dei tedeschi probabilmente era dovuta al fatto che avevano scoperto che Bruno Salvadori aveva fatto il doppio gioco: sino a qualche giorno prima era stato infatti uno dei loro interpreti.

Bruno Salvadori aveva lavorato anche per la Todt di Caorle
per avere quella libertà di movimento necessaria a fare il partigiano


lunedì 19 aprile 2021

In nome della Libertà: Bruno Tamanini

La folla al funerale di Franco Zanon, Isiglò Selci, Bruno Salvadori, Isetto Buoso, 
Bruno Tamanini
 e Antonio Defendi (di 14 anni, morto in seguito allo scoppio di una bomba a farfalla)

Anche Bruno Tamanini, nato il 24 settembre 1921, fu colpito da una raffica di mitra al capo mentre si trovava in un posto di blocco sopra il ponte di Valle Salici, in località San Giorgio. La vicenda umana di questo partigiano, che apparteneva al battaglione "Boatto", è particolarmente significativa poiché - fuggito dalla prigionia dei tedeschi - trovò la morte combattendo per la liberazione di un paese che non era quello che gli aveva dato i natali. Bruno Tamanini era un giovane di Borgo Valsugana - in provincia di Trento - che, arruolatosi nei carabinieri nel 1940, allo scoppio della guerra era stato mandato in Grecia, dove nell'ottobre del 1943, fu fatto prigioniero dalle truppe tedesche e dalle stesse internato in Germania. Ricoverato all'ospedale di Klagenfurt (Carinzia) per malattia, fuggì nel giugno 1944. Dopo essersi rifugiato per un certo periodo in campagna e a casa, partì per destinazione ignota, fino all'arrivo a San Stino, dove si aggregò alle formazioni partigiane locali con il nome di battaglia "Giulio Valica". Quest'ultimo fu il nome con cui tenne la corrispondenza con la sua famiglia fino al 25 marzo 1945.

venerdì 16 aprile 2021

In nome della Libertà: Isiglò Selci

Isiglò Selci in divisa prima dell'8 settembre

Lo stesso giorno in cui morì Franco Zanon, nei pressi del comando tedesco a San Giorgio fu colpito a morte anche Isiglò Selci, un altro partigiano unitosi al battaglione "Peruch" all'indomani dell'8 settembre, di ritorno dal fronte slavo.

Dopo la morte di Franco Zanon, Isiglò si era diretto all'attacco del comando tedesco, ma una granata lo aveva colpito in pieno. 

Era nato l'11 novembre 1914. 

In paese era noto con il nome di Iglò. Il suo non era in effetti un nome facile da ricordare: glielo aveva scelto il padre, in ricordo di un colonello con il quale aveva combattuto al fronte durante la prima guerra mondiale.

giovedì 15 aprile 2021

In nome della Libertà: Franco Zanon

Franco Zanon - nato il 26 agosto 1920 - era il comandante del battaglione "Peruch". Noto con il nome di battaglia "Friso" ("Achille" secondo altre fonti) perse la vita in occasione di uno scontro violento contro una squadra di tedeschi avvenuto la mattina del 26 aprile 1945, in località Borghetto di La Salute di Livenza. 

"La sera precedente Franco era uscito dal rifugio verso le sei di sera - ha raccontato la sorella Norma - perché aveva ricevuto l'ordine di fare una certa azione. L'ordine lo aveva ancora nel taschino quando è morto. Uscendo dal rifugio si era trovato di fronte due tedeschi che aveva affrontato e disarmato. Uno dei due però era riuscito a scappare ed era andato a chiamare rinforzi. 

Se Franco gli avesse sparato probabilmente si sarebbe salvato, ma mio fratello [...] sapeva che se avesse ammazzato un tedesco ci sarebbe stata una rappresaglia. 

[...] Dopo esser stato ferito a morte fu lasciato per qualche giorno nel pagliaio in cui era stato ammazzato."

Per una strana beffa del destino, coloro che, come Franco, sono stati definiti i "martiri" di La Salute, hanno trovato la morte proprio tra il 25 ed il 26 aprile, date in cui erano già stati decisi i vincitori ed i vinti di una guerra ormai conclusa.

da "San Stino - tra storia e memoria" a cura di Lucia Antonel

La Resistenza

Nell'ottobre del 1922 il re d'Italia aveva nominato presidente del Consiglio dei Ministri Benito Mussolini, capo del Partito Nazionale Fascista, un partito che utilizzava la violenza (compresi gli assassinii) per farsi valere e che disprezzava la democrazia.

Nella seconda metà degli anni trenta Mussolini si alleò con la Germania governata dal partito nazista di Adolf Hitler e iniziò la persecuzione degli ebrei italiani.

Nel giugno del 1940 anche l'Italia entrò nella seconda guerra mondiale, iniziata nel settembre precedente. Nel conflitto si fronteggiarono da un lato il gruppo di paesi guidati da Germania, Italia, Giappone e dall'altro gli Alleati, ossia dapprima Regno Unito, Francia, poi anche l'URSS e gli Stati Uniti d'America.

Dopo i primi successi, la guerra per l'Italia si mise male. Il 25 luglio 1943 il re e alcuni fascisti deposero e imprigionarono Mussolini. Il governo iniziò trattative segrete con gli Alleati. Nel frattempo Hitler trasferì molte truppe in Italia per contrastare la rapida avanzata angloamericana in Sicilia.

L'armistizio tra Regno d'Italia e Alleati fu annunciato per radio l'8 settembre 1943. I tedeschi occuparono tutte le principali città del centro-nord Italia, prendendo il controllo di stazioni ferroviarie e caserme, e liberarono Mussolini. Egli ricostituì il partito fascista e uno stato dittatoriale, cui dette il nome di Repubblica Sociale Italiana.

Nei territori non ancora liberati, al centro e al nord, i prigionieri antifascisti venivano uccisi con torture e rappresaglie collettive, gli ebrei venivano arrestati e deportati nei campi di sterminio, i generi alimentari erano sempre più scarsi e troppo costosi.

Il questa situazione si sviluppò la Resistenza.

Gli uomini e le donne che parteciparono alla Resistenza si chiamavano partigiani.

Alcuni operarono nelle squadre e nei gruppi di città, assaltando i depositi di armi, organizzando attacchi a obiettivi militari e politici. I più salirono in montagna e costituirono bande e formazioni partigiane, che sabotarono ponti e tralicci, assaltarono carceri per liberare prigionieri politici, ebbero scontri a fuoco con il nemico.


La Resistenza si occupò anche della vita civile, compresa l'organizzazione degli ammassi, ossia la raccolta e la distribuzione alla popolazione di prodotti agricoli, in modo che tutti avessero il necessario per vivere. Una parte dei rifornimenti alle bande fu paracadutata da aerei alleati , che effettuavano lanci preannunciati da messaggi in codice trasmessi dall'emittente inglese in lingua italiana Radio Londra.

Tra i civili ci furono inoltre molti episodi di "Resistenza civile", ossia tutte quelle forme di opposizione "disarmata" all'oppressione fascista e nazista: nascondere un prigioniero alleato fuggito dalla prigionia, stampare carte d'identità false per gli ebrei in clandestinità, distribuire volantini per informare la popolazione, ascoltare e divulgare notizie di Radio Londra. I contatti tra i vari settori della Resistenza erano spesso tenuti dalle staffette che, a piedi o in bicicletta, portavano messaggi, comunicazioni, talvolta armi o cibo e che rischiavano l'arresto e la condanna a morte, qualora scoperte.

Nell'Aprile 1945 l'esercito alleato raggiunse il settentrione; il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l'insurrezione generale; i partigiani scesero dalle montagne e assieme alle squadre cittadine liberarono da soli Genova, Torino e Milano.

Fascismo e occupanti tedeschi furono sconfitti.

Il 25 aprile 1945 è la data simbolica e ufficiale della Liberazione.

Di essa noi tutti siamo figli.

giovedì 1 aprile 2021

Pablo Picasso (Malaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973) e Guernica

Pablo Picasso nacque a Malaga, ma in gioventù si trasferì in diverse città spagnole, per il lavoro del padre, l'insegnante d'arte, José Ruiz Blasco.

Pablo già da piccolissimo dimostrò di aver un grande talento, per cui ebbe un'educazione artistica.

La sua famiglia si stanziò definitivamente a Barcellona, dove Pablo tenne la sua prima mostra personale al Els Quatre Gats, ritrovo di artisti e poeti.

Nel 1900 si recò a Parigi, come tutti i grandi artisti del tempo, e si lasciò trascinare dal fermento culturale della capitale francese.

Tornato in Spagna, iniziò il suo cosiddetto "periodo blu", caratterizzato da opere che raffiguravano soggetti tristi e malinconici, dipinti con tutte le sfumature bel blu. Questo colore, spiegò Picasso, era quello del suo stato d'animo di allora, dovuto alla morte suicida dell'amico Casagemas.

Picasso decise di tornare a Parigi e lì iniziò il "periodo rosa", caratterizzato da quadri più allegri che ritraevano acrobati, ballerini... Questo periodo fu seguito da quello "africano", in cui Picasso trasse ispirazione, per i suoi quadri, dalle maschere rituali africane .

Insieme a George Braque, Picasso fu il fondatore del Cubismo.

Mentre stava per scoppiare la Seconda guerra mondiale, i nazisti bombardarono la Spagna e in particolare rasero al suolo un villaggio basco chiamato Guernica. Da questo tragico fatto, Pablo realizzò un'opera grandiosa e fortemente drammatica, utilizzando solo i toni del grigio.

Guernica diventò una denuncia all'orrore, alla crudeltà e all'ingiustizia delle guerre. Il quadro (3,49 m x 7,77 m) fu presentato all'Esposizione Universale di Parigi del 1937.

Si dice che alcuni ufficiali nazisti, in visita all'Esposizione, chiesero a Picasso: "Avete fatto voi questo orrore?"

"No"- rispose Picasso alludendo al bombardamento e alla distruzione provocata dagli aerei tedeschi - "E' opera vostra."

Così come non temeva di mettersi alla prova con la sua arte, non aveva paura di dire la verità.

Pablo non smise mai di lavorare e di sperimentare. Lo fece fino all'ultimo suo giorno di vita, l'8 aprile 1973. Quando morì aveva novantadue anni.




lunedì 29 marzo 2021

Sigmund Schlomo Freud (Freiberg, 6 maggio 1856 – Hampstead, 23 settembre 1939) e la psicanalisi

Sigmund Schlomo Freud fu il medico ebreo che ideò la psicanalisi.

Partendo dall'interpretazione dei sogni elaborò la teoria dell'inconscio (un luogo sconosciuto della mente) dove sono sepolti ricordi traumatici  e istinti insospettati, eliminati dalla coscienza, capaci di condizionarci contro la nostra volontà. 

Questi istinti e questi ricordi causano malattie e agitazione nella nostra mente.


Freud fu costretto a trasferirsi da Vienna a Londra nel 1938, a causa dell'annessione dell'Austria, da parte della Germania nazista.


sabato 27 marzo 2021

Julieta Lanteri (Briga Marittima, 3 aprile 1873 – Buenos Aires, 23 febbraio 1932) e l'uguaglianza di genere in Argentina


Julieta Lanteri nacque il 3 aprile 1873 nel Regno di Italia, a Briga Marittima (allora in Piemonte, oggi in Francia). Emigrò dall'Italia all'Argentina con la famiglia a soli due anni.

Lei decise di frequentare un collegio di medicina chiamato la Plata e poi si iscrisse all'università di Buenos Aires con il permesso del preside Dr Leopoldo Montes Doca. 

Da giovane fondò l'associazione delle universitarie argentine: la prima associazione universitaria studentesca per le donne del paese. 

Nel 1906 si unì all'organizzazione Centro femminista del congresso internazionale del libero pensiero, che chiedeva gli stessi diritti per le donne e gli uomini.

Aveva deciso in seguito di fare l'insegnante di medicina però non poté farlo perché non aveva la cittadinanza argentina. Per averla si sposò, vedendo, dopo esser ricorsa a vie legali, che non c'era alternativa.

Però a lei non andava bene che le donne dovessero vivere così, con pochissimi diritti e gli uomini potessero fare quello che volevano. Julieta credeva che gli uomini e le donne fossero uguali però le leggi e i diritti erano diversi: gli uomini avevano più diritti quindi fece di tutto per cambiare le leggi. 

Si dedicò alla politica proprio per dare più libertà alle donne e per farle votare. 

Il 16 Luglio 1911 Julieta fu la prima donna a votare in Sudamerica.

Le donne in Argentina votarono solo nel 1947.

Julieta Lanteri morì il 23 Febbraio 1932 a Buenos Aires  per un incidente in macchina: stava camminando sul marciapiedi e un'auto la investì,

Morì in ospedale, aveva 58 anni. 

Omar IIIBL

Indira Gandhi (Allahabad, 19 novembre 1917 – Nuova Delhi, 31 ottobre 1984) e la Green Revolution

 Indira Ghandi nasce ad Allahabad in India il 19 novembre 1917.

Suo padre Jawaharlal Nehru è stato il primo ministro Indiano dal 1947 al 1964. 

Indira sin da piccola si interessò ai problemi del paese e una volta cresciuta divenne "aiutante" del padre. Dopo la morte di quest'ultimo Indira diventò ministro dell'informazione e solo due anni dopo il parlamento indiano la nominò primo ministro.

Si scontrò subito con i problemi del paese avviando la campagna Green Revolution nel tentativo di sconfiggere la carestia. Indira incoraggiò gli scienziati indiani a collaborare con i colleghi internazionali. Le sue politiche hanno portato gli agricoltori ad adottare nuove varietà di coltivazioni. Nel corso degli anni l'India ha così convertito la dipendenza dai prodotti agricoli importati in un'agricoltura volta anche all'esportazione di vari prodotti agricoli.

Donò elettricità ed acqua corrente ai poveri, e permise l'industrializzazione dll'India.

Indira fu la prima donna Indiana a ricoprire la carica di primo ministro, assunse l'incarico per due volte: dal 1966 al 1977 e dal 1980 al 1984.

Lei non fu solo primo ministro, fu anche ministro degli esteri, degli interni, della finanza, e questo la rese una delle donne più potenti del mondo.

E' riuscita a rimanere al potere del secondo paese più popolato del mondo per quasi vent'anni.

Fu uccisa dalle sue guardie del corpo, due estremisti religiosi, per motivi politici.

Samuele IIIBL


giovedì 25 marzo 2021

Le maestre marchigiane e il suffragio femminile


Le maestre marchigiane sono:

Adele Capobianchi, Carolina Bacchi, Dina Tosoni, Emilia Simoncioni, Giulia Berna, Giuseppina Graziola, Iginia Matteucci, Luigia Mandolini, Palmira Bagaioli e Enrica Tesei.

Erano tutte maestre delle elementari e furono le prime donne in Italia a essere inserite nel registro elettorale (nel 1906). Dopo aver letto una lettera di incitamento scritta da Maria Montessori le mastre fecero richiesta di voto, un giudice le appoggiò e ottennero di essere iscritte nel registro elettorale per cinque mesi: se si fosse votato in quei mesi quelle donne avrebbero potuto esercitare il loro diritto.

Un racconto che fa capire quanto fosse stata difficile la loro lotta è quello di Giulia Berna.

Questa insegnante fece scrivere alle proprie alunne un avviso, sul libretto delle comunicazioni, da far firmare ai genitori. Il testo diceva che la maestra, Giulia Berna, voleva comunicare, per correttezza, le sue intenzioni di richiedere il diritto di voto al consiglio provinciale, incitata dalla lettera scritta da Maria Montessori, pubblicata sul giornale “La Vita”. Non esisteva infatti nessuna legge italiana che vietasse alle donne di votare. Giulia fece scrivere questo avviso perché voleva conoscere il parere dei genitori delle sue alunne in merito.

Quando arrivò il momento di leggere i diari, la donna vide che quasi nessun avviso era stato firmato e intuì che quello era un segno di disaccordo.

Tra tutte le sue alunne c’era una bambina, Mariolina, che fremeva dalla voglia di parlare.

La bimba disse che sua mamma si aspettava dalla maestra un comportamento del genere, visto era anche rimasta incinta prima del matrimonio e che ormai aveva superato il limite del buon gusto. Il padre di Mariolina di fronte a quell’avviso decise di far cambiar classe alla figlia. 

Giulia chiese allora il parere di Mariolina in merito al diritto di voto delle donne ma la bambina rimase zitta. 

Quando Mariolina dovette cambiare classe chiese a Giulia se le donne avessero ottenuto il diritto di voto. La maestra rispose di sì. La bambina le chiese se anche lei da grande avrebbe potuto votare. Giulia le disse che forse quando sarebbe stata grande tutte le donne avrebbero potuto votare.

La bambina di tutta risposta le disse che se non fosse andata così, lei avrebbe fatto richiesta di voto, proprio come aveva fatto la sua maestra.

Nora IIIBL

25 marzo DanteDì: Il "fiero pasto" del conte Ugolino (Inferno, Canto XXXIII, vv. 1-75)

Illustrazione di Riccardo La Rocca Russo

Dante e Virgilio sono giunti nella parte più profonda dell'Inferno, il IX cerchio, occupato dal lago ghiacciato di Cocito. Qui sono puniti i traditori: come nella vita ebbero cuore freddo e duro, tanto da ingannare chi si fidava di loro, così la loro punizione è stare immersi per l'eternità nel ghiaccio del Cocito, accanto a coloro che hanno profondamente odiato durante la vita sulla terra. 

Camminando lungo il Cocito il poeta vede una scena raccapricciante: due teste che affiorano dal ghiaccio, una sull'altra, e il dannato che sta sopra rode con i denti la testa di colui che gli sta sotto. Dante gli chiede chi sia e quale sia la ragione del suo odio tanto bestiale. Comincia così il racconto del conte Ugolino della Gherardesca, il quale rivela che la testa che sta rodendo è quella dell'arcivescovo Ruggieri. Entrambi pisani, rivali politici e nemici in vita: l'arcivescovo Ruggieri fece imprigionare, in una torre, Ugolino insieme ai figli e ai nipoti e lì lasciò morire di fame, dopo giorni di terribile agonia.

Ugolino rievoca la storia terribile della sua morte e racconta di aver fatto durante la prigionia un sogno premonitore: l'arcivescovo Ruggieri lanciava le sue cagne dietro a un lupo e ai suoi cuccioli per sbranarli. Il lupo ero lo stesso Ugolino e i cuccioli i figli e i nipoti, che lui vide morire davanti a sé, a uno a uno, senza poter fare niente per salvarli, finché, dopo giorni e notti di tortura, anche lui morì.


Quivi morì; come tu mi vedi,

vid'io cascar li tre ad uno ad uno

tra 'l quinto dì e 'l sesto; ond'io mi diedi,


già cieco, a brancolar sovra ciascuno,

e due dì li chiamai, poi che fur morti.

Poscia, più che 'dolor, potè 'l digiuno.


mercoledì 24 marzo 2021

- 1 giorno al DanteDì: L'amore di Francesca (Inferno, Canto V, vv. 82-142)

illustrazione di Matteo Zykaj

Dante e Virgilio incontrano le prime anime dannate. Il poeta è incuriosito da due anime che si muovono in coppia trascinati in una violentissima e incessante bufera che li percuote.

Siamo nel secondo cerchio, dove sono puniti i lussuriosi: come in vita furono travolti dalla passione, così ora sono trascinati continuamente dal vento.

Le due anime vengono interrogate da Dante sulla loro sorte eterna.

Gli risponde Francesca da Rimini, protagonista, insieme al cognato Paolo, di una tragica storia d'amore: dopo esser diventati amanti furono uccisi dal marito di Francesca, fratello di Paolo, Gianciotto Malatesta.


Amor, ch'à nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m'abbandona.


martedì 23 marzo 2021

- 2 giorni al DanteDì: Il nocchiero Caronte (Inferno, Canto III, vv. 82-111)

illustrazione di Matteo Zykaj

Dante e Virgilio entrano nell'Inferno passando attraverso una porta e leggono una scritta minacciosa, che si trova sulla sommità dell'ingresso. 

Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate.

Si tratta di parole che incutono grande timore a Dante, perché avvisano che si sta entrando nel regno dove sono puniti in eterno i dannati. Virgilio però esorta Dante ad abbandonare ogni paura per intraprendere il cammino nei regni dell'oltretomba.

Una volta entrarti, giungono sulle rive dell'Acheronte, il fiume infernale che le anime dei dannati devono attraversare per raggiungere la sede che è stata assegnata loro da Dio. 

Qui vedono avvicinarsi una nave, condotta da Caronte, il traghettatore delle anime, un vecchio demone dall'aspetto pauroso…


Caron dimonio, con occhi di bragia

loro accennando, tutte le raccoglie;

batte col remo qualunque s'adagia.


lunedì 22 marzo 2021

- 3 giorni al DanteDì: L'universo dantesco

illustrazione di Antonio Vigliotti

L'universo descritto da Dante nella Divina Commedia rispecchia le conoscenze medievali fondate sulla teoria tolemaica, dal nome di Tolomeo, un astronomo greco vissuto nel II sec. d. C. 

Secondo questa teoria, la Terra è una sfera immobile al centro dell'universo ed è circondata da una sfera d'aria, una sfera di fuoco, dove nascono i fulmini, e nove sfere celesti contenute l'una nell'altra, dotate di un moto circolare e concentrico. Oltre le sfere si trova l'Empireo, una sorta di grande involucro che comprende l'universo.

La terra è divisa in due emisferi:

-l'emisfero delle terre emerse, o boreale, è abitato; i confini sono il Gange a Oriente e le Colonne d'Ercole a Occidente, a al centro si trova Gerusalemme;

-l'emisfero delle acque, o australe, è disabitato; al centro si erge solitaria la montagna del Purgatorio che ha sulla cima il Paradiso terrestre, collegato alla sfera celeste più vicina alla Terra. A Gerusalemme si trova l'ingresso dell'Inferno, che si restringe a forma di imbuto verso il centro della Terra; lì, nel punto più basso è conficcato Lucifero, la cui caduta ha provocato l'apertura della voragine infernale e la contemporanea espulsione della massa si terra nell'emisfero opposto, dove è sorta la montagna del Purgatorio.


domenica 21 marzo 2021

- 4 giorni al DanteDì: la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri

La notte del 25 marzo del 1300 il più grande poeta di tutti i tempi, Dante Alighieri, inizia il viaggio nei tre regni dell’aldilà che lo porteranno all’incontro di grandi eventi e grandi personaggi, un’avventura che oggi, a 700 anni dalla sua morte, è letta e amata in tutto il mondo: la Divina Commedia
Ed è proprio in occasione dell’inizio di questo viaggio che, su proposta del Ministero dei Beni Culturali, è stato istituito il Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri.

illustrazione di Marco Adami

Che cosa racconta la Divina Commedia?

Nella Divina Commedia Dante racconta, in prima persona, la storia di un viaggio immaginario nell'oltretomba.

Il viaggio ha inizio per volere di Beatrice, preoccupata dello smarrimento nel quale Dante è precipitato dopo la sua morte: il viaggio è dunque un graduale percorso che Dante compie verso la salvezza, prendendo consapevolezza dei propri peccati. 

Il viaggio inizia il giovedì santo del 1300, anno del primo Giubileo, e si conclude una settimana dopo.

In questo arco di tempo Dante visita tre regni: Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Durante il viaggio Dante è accompagnato da tre guide:

-Virgilio, l'autore dell'Eneide, che conduce il poeta attraverso l'Inferno e il Purgatorio;

-Beatrice, la donna amata, che accoglie Dante in Paradiso e lo guida fino all'Empireo, il cielo in cui risiede Dio;

-San Bernardo, fondatore dell'ordine monastico cistercense, che conduce il poeta fino alla contemplazione di Dio.

Lungo il suo viaggio ultraterreno, Dante incontra moltissimi personaggi, sia storici sia appartenenti alla mitologia, alla leggenda, alle storie sacre; alcuni vengono solo intravisti, altri invece parlano con il poeta, gli rivolgono domande oppure rispondono alle sue.

Ruby Nell Bridges e The Problem We All Live With

E' nata a Tylertown, l'8 settembre 1954

Ruby Nell Bridges viveva a New Orleans, accanto ad una scuola, ma non ci poteva andare a causa del colore della sua pelle: quella era una scuola solo per bianchi e lei era nera. Ogni mattina quindi doveva fare moltissima strada per andare a scuola. A sua mamma questa cosa non andava bene e lottò per far andare sua figlia alla scuola per bianchi.

I membri del consiglio scolastico fecero fare un test di ammissione a Ruby, sperando che lo fallisse, ma lei lo passò a pieni voti e venne ammessa. 

Ogni mattina mentre andava a scuola delle persone protestavano dicendo che un nero non poteva andare in una scuola per bianchi, e addirittura lanciavano pomodori contro la piccolo Ruby, che all'epoca aveva solo sei anni . Dopo essere stata bullizzata la scuola stessa richiese quattro agenti federali, che accompagnassero Ruby a scuola in modo che non subisse più molestie. 

Ruby Nell Bridges fu la prima afroamericana ad andare in una scuola per bianchi. 

Lei  combatte ancora oggi contro il razzismo. 

Un famoso pittore americano Norman Rockwell, nel 1964, dipinse un quadro intitolato The Problem We All Live With in cui rappresentò Ruby Nell Bridges quando aveva sei anni, circondata dalle sue quattro guardie del corpo mentre andava a scuola, adottando il punto di vista dei manifestanti che tiravano pomodori a Ruby. 


Thomas IIIBL

sabato 20 marzo 2021

21 marzo: Giornata mondiale della poesia

Nel celebrare la Giornata mondiale della poesia, il 21 marzo di ogni anno, l'UNESCO riconosce la capacità della  poesia di catturare lo spirito creativo umano. 

La decisione di proclamare il 21 marzo Giornata mondiale della poesia è stata presa dall'UNESCO nel 1999. 

La poesia riafferma la nostra comune umanità rivelandoci che gli individui, ovunque nel mondo, condividono le stesse domande e  gli stessi sentimenti. 

Proprio in questa giornata, siamo orgogliosi di annunciare che una delle nostre studentesse Andrea Letizia Marinca è arrivata seconda al concorso nazionale di poesia I miei sogni e le mie speranze con questo componimento:

Sognare da piccoli

sperare da grandi

segnare col pallone

disperare nel dolore.


Crescere e capire

cadere in basso, ferire,

rialzarsi e non fermarsi,

ricostruire insieme i passi.


Invecchiare e sparire,

iniziare a tremare,

capire che la fine

sta per arrivare.


Quando tutto sarà finito

ti ritroverai nell'infinito:

tutto svanito 

come non fosse mai esistito.


Sognare e sperare

lo possono fare tutti 

anche se a volte

ci fa disperare.

Sebastião Salgado e il nostro Pianeta

Sebastião Salgado  è nato l'8 febbraio del 1944, ad Aimorés in Brasile. 

Viveva in mezzo a una valle verde. 

Salgado si ricorda quando lui e le sue sette sorelle si tuffavano nella cascata vicina alla loro fazenda e delle lunghe passeggiate sulle vicine colline insieme al padre. 

Lui sapeva che oltre a quei rilievi si trovava un'infinità di storie che voleva a ogni costo scoprire, perché lo affascinavano e lo incuriosivano molto.

A quindici anni un treno lo portò a Vittoria, dove frequentò il liceo, poi si iscrisse all'università.

Il padre sognava per lui un futuro da avvocato ma Sebastião non voleva saperne, anche perché non gli piaceva studiare, comunque alla fine si laureò in economia. 

Nel periodo universitario conobbe Leila, la sua futura moglie. 

Leila aveva acquistato una macchina fotografica per i suoi studi di architettura, ma Sebastião se ne appropriò: aveva trovato lo  strumento per scoprire e raccontare quelle storie che da piccolo lo affascinavano molto. 

Smise di lavorare in banca e usò i suoi risparmi per comprare apparecchiature fotografiche. All'inizio fotografava matrimoni e eventi sportivi però non trovava le storie che cercava.  

Fu durante un viaggio in Niger che capì cosa doveva fotografare: gli "ultimi", i più sfortunati.


Salgado dopo venti anni di racconti di storie che non possono essere dimenticate e documentazioni  drammatiche, si sentiva svuotato quindi decise di tornare alla fazenda. 

Quando tornò vide che era distrutta: i campi erano diventati secchi e la cascata si era prosciugata.

Lui e la moglie decisero di farvi rispuntare la vita. Piantarono due milioni di alberi e così nacque l'Instituto Terra, che si ripopolò di animali, tra cui il giaguaro, il più grande felino del Sudamerica.

Quando la fazenda tornò come prima a Salgado tornò la voglia di "raccontare" i mesi di viaggio in  giro per il mondo. 

Nei suoi viaggi  decise di omaggiare, con la sua arte, la grande bellezza del pianeta. 

Nacque il progetto del libro fotografico Genesi: esso racconta ciò che noi dobbiamo preservare e ci rende più consapevoli della natura che ci circonda. Secondo Salgado ad un certo punto l'uomo dovrà fermarsi e ricostruire tutto quello che sta distruggendo, per ritrovare un equilibrio con il pianeta.

L'Instituto Terra è stato poi donato al governo brasiliano ed è diventato un parco nazionale, che tutti possono visitare.

Questo è solo un piccolo esempio di come le terre maltrattate possano tornare a essere rigogliose foreste.

Daniel IIIBL


Robert Capa (Budapest, 22 ottobre 1913 – Tay Ninh, 25 maggio 1954) e la guerra

Robert Capa é stato un abile e importante fotografo del '900. 

Faceva parte di una famiglia ebrea di Budapest, proprietaria di una avviata a casa di moda. 

A diciassette anni venne arrestato per le sue simpatie comuniste . 

Uscito di galera, andò a Berlino, con la speranza di diventare un giornalista, ma per mantenersi dovette intraprendere la strada della fotografia nell'agenzia Dephot di Simon Guttmann.

 A causa dell'avvento del nazismo, Capa dovette lasciare Berlino. 

Nel 1935 a Parigi Capa conobbe Gerda Taro, una giornalista e fotografa ebrea tedesca, che diventerà la sua compagna. 

Nel 1936 entrambi decisero di seguire sul campo gli sviluppi della Guerra Civile Spagnola.

Capa  pubblicò allora la foto che lanciò la sua carriera. Essa ritrae un soldato con la camicia bianca, che viene colpito da un proiettile. La foto, scattata a Cordova, esprime bene la crudeltà della guerra. 

Divenuti famosi per questa foto, Gerda e Robert fondarono un loro marchio: Capa-Taro.

Poi successe una disgrazia. Gerda morì il 26 luglio del 1937 a Madrid, travolta da un carro armato amico, che per sbaglio la investì. 

Capa, addolorato, pubblicò un libro intitolato: Death in Making che contiene anche le fotografie scattate da entrambi nella guerra di Spagna. 

Robert continuò a fare il fotografo di guerra. In Sicilia, allo sbarco degli Alleati, incontrò un giovanissimo e allora sconosciuto Andrea Camilleri.

Il famoso scrittore, in diverse interviste, raccontò questo incontro, avvenuto davanti a un duello tra un aereo tedesco e uno americano, che Capa documentò con un sacco di foto. 

Camilleri capì, solo da adulto, che quel fotografo era il noto Robert Capa.

Nel seguire la Liberazione della Sicilia, Capa fece un'altra delle sue famose foto: il pastore e il soldato.

Nel 1944 Capa fotografò anche lo sbarco in Normandia. Per sfortuna molte di quelle foto andarono "perse" al momento dello sviluppo, ma qualcuna, anche se fuori fuoco, sopravvisse.

Nel 1947 a New York, Capa e altri fotografi fondarono l'agenzia Magnum, una delle più grandi agenzie fotografiche al mondo.

Robert era molto conosciuto anche per il suo coraggio e la sua temerarietà, che purtroppo lo portarono alla morte: in Vietnam, per scattare una foto, appoggiò il piede su una mina che lo fece saltare in aria.

Roberto IIIBL


venerdì 19 marzo 2021

Greta Thunberg e il futuro del pianeta

E' nata il 3 gennaio 2003 a Stoccolma (Svezia)

Greta iniziò ad interessarsi in maniera molto seria ai problemi climatici fin da piccola (all’ incirca all’età di 8 anni), quando grazie ad un documentario sul clima capì i gravi danni ambientali che noi umani stavamo facendo (volontariamente ed involontariamente) al pianeta.

 Alla piccola Greta venne diagnosticata la sindrome di Asperger (un disturbo dello spettro autistico).

Questa diagnosi la mandò in depressione e per un periodo soffrì di anoressia. 

Per fortuna Greta  riuscì a superare questa trama e continuò ad interessarsi ancora di più ai problemi climatici. 

Il primo vero gesto concreto di questo impegno fu quando venerdì 20 Agosto 2018 decise di scioperare: non sarebbe più andata a scuola e si sarebbe seduta davanti alla sede del parlamento Svedese, fino a quando quest’ultimo non avrebbe iniziato a prendere una posizione ferma sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, nel rispetto del protocollo di Kyoto (1997) e dell'accordo di Parigi (2015), riguardanti la riduzione di emissioni di gas serra per limitare u cambiamenti climatici. 

La protesta di Greta è diventata globale e sono iniziati così i Fridays for Future: migliaia di adolescenti hanno organizzato scioperi e marce per il clima in più di cento paesi. 

Greta sta continuando le proteste anche attraverso dibattiti sul clima (anche con capi di Stato). Lei continua a spiegare che è necessario ridurre  assolutamente e al più presto le emissioni di gas serra: se non lo faremo non ci sarà futuro. 

Non solo i governi e le industrie devono "lavorare" in questa direzione ma anche i singoli individui, adottando uno stile di vita ecologico che mira alla riduzione dei gas serra.

Nell'estate del 2019, Greta è andata a New York, per il summit dell'ONU sul clima, con la barca a vela Malizia II, invece di utilizzare l'aereo, impiegandoci quindici giorni, solo per inquinare di meno.         

Questa è coerenza!                                                    

Lorenzo P. IIIBL

giovedì 18 marzo 2021

Ilaria Alpi (Roma, 24 maggio 1961 – Mogadiscio, 20 marzo 1994) e la ricerca della verità

Ilaria Alpi era una giornalista e fotoreporter italiana del TG3. Amava molto le lingue, infatti sapeva l'inglese, il francese e l'arabo. Per queste sue conoscenze ha lavorato per i giornali ''Paese Sera'' e ''L'Unità''. Dopo queste prime esperienze da giornalista le fu data una borsa di studio in Rai, dove successivamente la assunsero. Nel 1992 era stata scelta come inviata del TG3 per seguire la missione di pace Restore Hope, promossa dalle Nazioni Unite con lo scopo di fermare la guerra in Somalia (che portava grande caos e carestia). Le indagini di Ilaria si sarebbero poi soffermate su un traffico illecito di rifiuti tossici prodotti nei Paesi industrializzati e sotterrati in alcuni Paesi africani in cambio di armi e di tangenti. Dopo circa due anni dall'inizio delle ricerche, lei e il suo cineoperatore Miran Hrovatin furono assassinati a Mogadiscio, la capitale della Somalia, il 24 marzo 1994, forse proprio perché Ilaria era riuscita a trovare i colpevoli del traffico dei rifiuti tossici. A fare fuoco fu un gruppo di sette persone ,ma uno solo fu accusato, Omar Hashi Hassan, che in seguito fu assolto. Nel novembre precedente all'assassinio Alpi-Hrovatin , fu ucciso in circostanze misteriose un sottufficiale del SISMI, Vincenzo Li Causi che sarebbe stato la persona che avrebbe informato Ilaria sull'illecito traffico di rifiuti tossici. Ancora oggi quest'omicidio resta senza dei colpevoli, nonostante, per anni, i genitori di Ilaria abbiano continuato a cercare la verità.

Vittoria IIIBL

Sophie Scholl (Forchtenberg, 9 maggio 1921 – Monaco di Baviera, 22 febbraio 1943) e la Rosa Bianca

Sophie Scholl nacque il 9 maggio 1921 a Forchtenberg in Germania. Nel 1932 si trasferì a Ulm dove il padre lavorava. All'età di 12 anni Sophie e il fratello maggiore Hans "si iscrissero" alla gioventù hitleriana, e sfilarono persino in corteo per Hitler. 

Più grandi scoprirono le cose terribili che facevano i nazisti, in particolare lo sterminio di massa degli Ebrei. 

Il loro padre li aveva messi in guardia da subito su Hitler.

Nel 1940 Hans andò per sei mesi a prestare servizio nel fronte orientale. Sophie nel frattempo insegnò in un asilo. 

Sophie si iscrisse alla facoltà di filosofia dell'università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera, dove il fratello già studiava medicina. 

Lei e Hans diventarono membri della Rosa Bianca, un gruppo antinazista. Loro sparsero dei volantini contro Hitler nella loro università, lanciandoli dalla balaustra dell'ultimo piano, assicurandosi che nessuno li vedesse.

Sophie e Hans vennero arrestati proprio mentre lanciavano il sesto volantino.

Loro, insieme ad un altro membro della Rosa Bianca Christoph Probst, furono condannati alla ghigliottina il 22 febbraio 1943.

Dal 18 al 21 febbraio i tre ragazzi vennero interrogati pesantemente affinché facessero le spie e dicessero i nomi degli altri componenti del gruppo. I tre non tradirono i loro compagni e si addossarono ogni responsabilità in merito alla stesura e al lancio dei volantini.

Come ricorda Franz Joseph Müller, uno dei membri della Rosa Bianca, "Sophie Scholl era il membro più forte e attivo del gruppo".

Marco IIIBL

Lea Garofalo (24.04.1974 Petilia Policastro - 24.11.2010 Monza) e la figlia Denise

Lea e Denise Garofalo sono rispettivamente una madre e una figlia. Lea era nata nel 1974 a Petilia Policastro in una famiglia molto nota per lo spaccio di droga. Sin da quando era piccola voleva andarsene da quel posto, sperava che il mondo fuori da lì fosse diverso. Un giorno si innamorò di Carlo Cosco. Anche lui sembrava innamorato, ma in realtà voleva arrivare alla sua famiglia per entrare nel giro dello spaccio di droga. Loro due non si sposarono ma, nel 1991, ebbero una figlia di nome Denise. Subito dopo la sua nascita si trasferirono a Milano per potere espandere “l’attività”. Andarono lì insieme ai fratelli di Lea. Quando Carlo riuscì ad arrivare ad avere più controllo sullo spaccio, diventò sempre più cattivo e violento con Lea.

Un giorno quest’ultima disse a Carlo che non voleva più vivere e far vivere Denise in quella situazione e che voleva andarsene. Carlo si infuriò e iniziò a picchiarla. Un giorno arrivò la polizia che portò in questura Carlo e i fratelli di Lea per fargli delle domande. Lea colse l’occasione per scappare. Nel 2002 lei e sua figlia entrarono in un programma di protezione come testimoni di giustizia ma nel 2006 furono espulse con l’accusa di essere complici. Nel 2007 poi riuscirono a rientrare nel programma grazie al Consiglio di Stato. Con l’aiuto di questo programma si rifugiarono a Campobasso e tutto sommato vivevano bene. Lea, poco prima di morire, decide di fidarsi di nuovo del padre di sua figlia e gli chiede i soldi per il suo futuro.

Allora si incontrano in un quartiere di Monza. Carlo uccise Lea e la sciolse nell’acido per sbarazzarsi del suo corpo.

Ciò che rimaneva del corpo fu trovato un anno dopo. 

Denise andò a testimoniare contro il padre e rientrò in un programma di protezione, nel quale si trova ancor oggi.

 I funerali di Lea si svolsero il 19.10.2013 a Milano, a lei fu dedicato un giardino in viale Montello. 

Al funerale partecipò anche l’associazione LIBERA contro le mafie. 

Denise non poté partecipare per ragioni di sicurezza ma salutò la madre in diretta telefonica con questa frase: ”Tutto quello che è successo è stato per il mio bene, non smetterò mai di ringraziarti, grazie mamma”. 

Lea viene ricordata il 21 Marzo, come tutte le altre vittime della mafia.

Greta IIIIBL

Gordon Sato (17.12.1927 Los Angeles - 31.03.2017 Beverly) e le mangrovie

Gordon Sato, dopo Pearl Harbor, è stato rinchiuso con la sua famiglia in un campo di raccolta per i nisei, i figli degli immigrati dal Giappone nati sul suolo americano, perché secondo il governo gli americani potevano essere delle spie nemiche.

La valle di Owens, dove era situato il campo, era arida. Là si pativa la fame e il caldo. Il tempo non passava mai e per distrarsi Sato giocava a baseball con gli altri bambini. 

Una mattina Gordon Sato si svegliò con l’idea di migliorare quel paesaggio e le condizioni di vita. Così iniziò ad interessarsi alla vegetazione più adatta alle zone aride. Alla fine della guerra si laureò in biochimica. 

Nel 1987 andò in Eritrea, un luogo molto povero, dove i campi erano incoltivabili e gli allevatori di animali non sapevano dove portare gli animali a pascolare. Gordon iniziò a studiare il posto, e scoprì come le mangrovie potessero essere utili per migliorare il paesaggio. Queste piante crescono lungo le coste tropicali nutrendosi di acqua salata e le foglie sono un cibo perfetto per capre, cammelli e pecore, cioè tutti quegli animali da cui dipende il popolo Eritreo. E così Sato piantò le mangrovie lungo la battigia fangosa di Massaua, lambita dal Mar Rosso.

Dopo questo intervento di Sato il panorama cambiò: i contadini tornarono a coltivare, gli allevatori avevano di che dare da mangiare agli animali. Gordon aveva salvato quel popolo dalla fame.

Questo fu il suo progetto più famoso, ma Sato continuò ad aiutare altri popoli dalla carestia, fino alla fine dei suoi giorni.

Per questa ragione ha ricevuto numerosi riconoscimenti come il Premio Rolex e il Blue Planet Price.

Sato è stato un grande accademico, entrando a far parte di gruppi di biologi di diverse università americane.

E' morto a novanta anni negli USA.

Christian IIIBL

Teresa Mattei (Genova 1/02/1921 – Pisa 12/03/2013) e la Costituzione Italiana

Teresa Mattei, poco più che ventenne, divenne una combattente partigiana. Un giorno, insieme ad un suo compagno partigiano fece esplodere un tunnel in cui i tedeschi tenevano le armi. Lei mise una bomba ad un’imboccatura del tunnel, il suo amico all’altra. Mentre correva via guardò indietro e vide l’amico inciampare, capì che non ce l’aveva fatta. I tedeschi l’avevano vista, perciò prese la sua bicicletta e cominciò a pedalare fino alla sua università, un posto sicuro in cui la conoscevano. Parcheggiò la bici in un punto del giardino e corse dal suo insegnante dicendogli che i tedeschi la stavano raggiungendo. Il professore avvisò velocemente i colleghi dicendo loro di simulare la commissione di laurea. Teresa iniziò ad argomentare la sua tesi in lettere e filosofia. Ad un certo punto, senza bussare, entrarono i tedeschi chiedendo ai presenti se avessero visto una ragazza in bicicletta. Il professore, calmo, disse che non avevano visto nessuno e se gentilmente potessero andarsene poiché nonostante ci fosse la guerra, la laurea rimaneva comunque un evento importante. Per fortuna i tedeschi non l’avevano vista bene ed il rossore sulle guance, dovuto alla corsa, se n’era ormai andato.

Dopo che i tedeschi andarono via, il professore disse di continuare la discussione in caso i soldati fossero tornati indietro a controllare. Così Teresa continuò: i professori facevano le domande e lei rispondeva.

Dopo aver finito l’esposizione il professore disse che, se i colleghi fossero stati d’accordo, lei avrebbe potuto laurearsi proprio quel giorno, perché, nonostante la situazione, era riuscita a fare un ottimo discorso. Così dopo aver avuto il consenso degli altri professori, Teresa prese la laurea in lettere e filosofia all’università di Firenze. Uscita dalla stanza un ragazzo fascista, non dichiarato, le disse che la sua laurea non sarebbe servita a nulla perché le donne servivano solo a fare figli e che, se avessero lavorato, avrebbero, avuto meno tempo per badare ai bambini. Lei rispose che la sua laurea sarebbe rimasta, mentre i fascisti sarebbero scomparsi.

Dopo la guerra Teresa fu chiamata a partecipare all’assemblea costituente. Tutt’ora lei è riconosciuta come madre dell’articolo 3 della Costituzione Italiana, quello che afferma l’uguaglianza di tutti, uomini e donne, di fronte alla legge.

Emilia IIIBL

mercoledì 17 marzo 2021

Julian Huxley (22.06.1887 Londra - 14.02.1975 Londra) e il WWF

Julian sin da piccolo dimostra una spiccata intelligenza e curiosità, infatti a quattro anni impara a leggere, scrivere e fare di conto. Si appassiona presto a piante e animali, in particolar modo ai volatili, per scoprire il loro “linguaggio cantato”. 

Julian era nipote di Thomas Henry Huxley: un pioniere e sostenitore della teoria evoluzionista di Darwin.

Julian ha studiato biologia a Eton e  a Oxford. 

E’ stato primo direttore dell’UNESCO e membro fondatore del WWF (World Wildlife Fund), un’associazione per la salvaguardia degli animali, in particolare quelli in via d’estinzione. Julian decise di fondare questa associazione, insieme al principe Bernardo d’Olanda, al principe Filippo di Edimburgo, al pittore Peter Scott e ad altri scienziati come lui.

Questo perché quando era andato in Africa aveva visto dei cacciatori uccidere degli elefanti, ma non per procurarsi cibo, bensì per prendere le loro zanne e realizzare manufatti in avorio o appenderle a mo' di trofeo.

Julian chiese al pittore Peter Scott di disegnare il logo dell’associazione. Peter disegnò un panda con una faccia “disperata” per far intenerire le persone e convincerle a non uccidere gli animali (soprattutto se per creare oggetti inutili). Così inventarono il logo dell'associazione: “WWF”, scritto in maiuscolo visto che è una sigla, e un panda che spunta dal secondo piano.

Sabrina IIIBL

Evita Perón (7.05.1919 Los Toldos - 26.07.1952 Buenos Aires) e l'Argentina

Evita Peron è nata il 7 Maggio 1919 a Los Toldos in Argentina.

Fin da quando era piccola sognava di diventare una star del cinema.

All'età di quindici anni si trasferì a Buenos Aires dove iniziò la sua carriera da attrice.

Pochi anni dopo ad una festa incontrò il colonnello Juan Domingo Perón, si innamorarono e poco tempo dopo si sposarono.

Un anno più tardi Juan Domingo Perón fu eletto presidente dell'Argentina.

Evita divenne molto famosa sia per il suo ruolo di attrice sia per il suo ruolo di attivista.

Il popolo la amava perché metteva molto impegno nell'aiutare le persone più bisognose.

Evita si batté molto per i diritti delle donne e le aiutò a conquistare il diritto del voto (in Argentina raggiunto nel 1947).

Evita divenne così tanto famosa che le venne chiesto di candidarsi come vicepresidente al fianco del marito, però poco tempo dopo le venne diagnosticato un tumore e allora decise di non candidarsi.

Morì il 26 luglio 1952.

Quando la radio nazionale ne diede l'annuncio, vennero usate queste parole:

“ oggi abbiamo perso la guida spirituale della nazione“ .

Cristian IIIBL

Marjane Satrapi e "Persepolis"

E' nata a Rasht (Iran) il 22 novembre 1969

Marjane Satrapi è nata il 22 novembre 1969. Già da ragazza ha usato l’arte per opporsi al governo ingiusto del suo paese, l'Iran.

Marjane visse il governo della scià, il suo rovesciamento e la rivoluzione, che poi portò all’ancora più restrittiva repubblica teocratica. Lei e i suoi genitori erano mussulmani ma disapprovavano la politica estremista di questo governo. 

Ogni volta che il governo emanava una nuova legge Marjane la infrangeva, ad esempio quando la repubblica decretò che tutte le donne dovevano indossare il velo lei mostrava i capelli. 

I genitori di Marjane erano fieri della loro figlia ma allo stesso tempo avevano anche paura perché con il suo comportamento poteva finire in prigione o peggio. Fu per questo che venne mandata in un collegio a Vienna, dove sarebbe stata più al sicuro. Provò a ritornare in Iran, ma la vita nel suo paese era troppa restrittiva, così si trasferì in Francia dove studiò arte. 

Marjane amava tanto i fumetti così ne realizzò uno che racconta tutta la sua infanzia in Iran, Persepolis

Un editore comprò la sua graphic novel (romanzo a fumetti)che divenne un successo internazionale, anche grazie all'omonimo film d'animazione.

Aurora IIIBL

Tristam Stewart e la lotta contro lo spreco alimentare

E' nato a Londra il 12 marzo 1977

Quando aveva quindici anni Tristam ha iniziato ad occuparsi dei maiali della sua fattoria, per questo andava nella mensa scolastica a prendere tutto il cibo avanzato. Lì si è accorto che buona parte del cibo che veniva cucinato andava buttato, anche se non era neppure stato toccato. Poi passava dal panettiere, dove raccoglieva tutto il pane raffermo, che comunque era ancora commestibile, dal fruttivendolo raccoglieva la frutta e la verdura che non potevano essere esposti nei banchi solo perché non avevano un bell'aspetto, infine passava dal contadino dove raccoglieva tutte le patate che non avevano una forma perfetta, che per questa ragione nessun supermercato le avrebbe volute.

Lui ad un certo punto ha cominciato a rovistare nei cassonetti vicino ai supermercati per vedere se anche lì veniva gettato del cibo ancora commestibile, e ha scoperto che anche li molto cibo veniva sprecato: magari solo per una questione di marketing, come ad esempio far posto a nuovi prodotti.

Tristam non invita nessuno a frugare nei cassonetti ma denuncia il fatto che c'è un grande spreco e dobbiamo impegnarci tutti per ridurlo al minimo, anche considerando quanto costa in termini, economici e ambientali la produzione di cibo.

Tristam ha scritto un libri  Waste: uncovering the global food scandal (in italiano il titolo è "Sprechi. Il cibo che buttiamo, che distruggiamo, che potremmo utilizzare"), con cui ha raggiunto notorietà a livello internazionale, richiamando l'attenzione sulle tonnellate di cibo prodotto e sprecato.

Nel 2009 Tristam ha organizzato per la prima volta, a Londra, a Trafalgar Square, Feeding the 5000: una cena in cui cinquemila persone sono state nutrite con cibo apparentemente di scarto, senza aver avuto poi "effetti collaterali".

Oggi questo evento si tiene annualmente in varie parti del modo ed è diventato una vera e propria festa per celebrare l'importanza del cibo.

Filippo IIIBL